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Criptovalute: bisogna regolamentarle alla svelta

Che le criptovalute, come Bitcoin, siano un investimento “a rischio” ormai tutti i cittadini lo hanno capito da tempo, ma che le stesse banche debbano essere messe in guardia sulla presenza eccessiva di questi asset nelle loro casseforti virtuali è una notizia.

“Gli Stati devono definire un approccio normativo prudente per garantire che l’esposizione verso le criptovalute, non crei problemi in caso di crisi finanziaria”: questo l’avviso della Banca dei regolamenti internazionali (BIS), “la Banca centrale delle banche centrali”, che si è sentita in dovere, fra le diverse proposte contenute in un ‘paper’ ufficiale anche se non vincolante, di “avvisare” gli istituti bancari nazionali, che hanno investito nel mercato delle criptovalute.

L’appello arriva mentre all’interno del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, che opera presso la BIS, si starebbe valutando di imporre alle istituzioni finanziarie di disporre di capitale aggiuntivo per far fronte all’aumento di utilizzo delle criptovalute più volatili. In un comunicato stampa del 31 maggio, il Comitato ha annunciato che avrebbe avviato una nuova fase di consultazione a giugno, con l’obiettivo di finalizzare una serie di proposte verso la fine di quest’anno.

Le criptovalute continuano dunque a occupare il centro del dibattito economico. Anche la Banca centrale europea (BCE), in uno studio appena pubblicato ne ha denunciato i potenziali rischi per la stabilità finanziaria. Questo dopo che nei giorni scorsi la presidentessa Christine Lagarde aveva dichiarato che “i crypto asset non valgono nulla”, chiedendone una regolamentazione.

Come è noto, le criptovalute non sono sottoposte alla garanzia o al controllo da parte di banche centrali, pertanto il loro valore è determinato esclusivamente dalla domanda e dall’offerta del mercato e può variare in misura significativa. Quanto questo fenomeno rappresenti un rischio lo dimostra il fatto che la scorsa settimana il Bitcoin è crollato ai minimi storici da luglio 2021, perdendo circa il 50% del suo valore rispetto a dieci mesi fa.

L’esposizione delle banche al mercato delle criptovalute è stata stimata al di sotto di 200 milioni di dollari nel 2020, ma la situazione, viene sostenuto nel documento della BIS, potrebbe cambiare rapidamente a causa della crescente domanda da parte dei loro clienti.

Questa esposizione è concentrata soprattutto nelle società che offrono i loro servizi nel mercato delle criptovalute, come gli exchange di criptovalute (si pensi ad esempio a Coinbase, il più grande al mondo per numero di utenti), che sono in gran parte non regolamentati.

Secondo la BIS, la politica deve agire immediatamente prima che oltre le banche, altri operatori tradizionali del sistema finanziario, come i fondi di investimento, aumentino eccessivamente la propria esposizione.

Nel documento della BIS non viene affrontato, invece, il tema delle valute digitali delle banche centrali, che puntano a fornire un’alternativa sicura alle criptovalute e una soluzione concreta alla richiesta del mercato di criptovalute.

Tutti i principali attori mondiali, da Cina a USA, ne stanno esaminando il potenziale utilizzo. In Europa, è attualmente oggetto di studio l’”euro digitale”, per cui la Bce ha creato una task force apposita, ma si pensa ragionevolmente che, nel caso venisse attuato, non vedrebbe la luce prima del 2026.

Se l’eventuale introduzione dell’euro digitale è giustificata innanzitutto dalla progressiva diminuzione dell’uso del contante e dalla necessità di sviluppare un’alternativa pubblica all’affermarsi delle criptovalute, questo strumento si appresta a diventare fondamentale per diverse e più concrete motivazioni, a partire dalla lotta all’elusione fiscale e dalla riduzione dei problemi connessi alla scarsa inclusione finanziaria, ancora molto forti per le fasce della popolazione a forte rischio di esclusione.

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi anni, ma per la BIS non possiamo permetterci di aspettare: bisogna regolamentare alla svelta le criptovalute.

SIMONE ESPOSITO

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